25 foto e il racconto della “Color Run”. E perchè un fotografo deve sporcarsi …
Sono da poco tornato dal fronte di una “guerra” molto particolare, da dove ne sono uscito sporco, distrutto, felice e colorato. Ho infatti fotografato la “Color Run”, ad Echternach in Lussemburgo, un evento ormai molto diffuso in tutto il mondo e che si ispira il celebre Holi Festival indiano, ma applicato alla corsa. Il tema principale dell’evento quindi sono i colori, che vengono sparati sui runners quando passano attraverso punti dedicati e monocromatici.
Ovviamente, un evento del genere, crea delle opportunità fotografiche originali e particolari, per cui non me lo sono perso.
“Se le tue foto non sono troppo buone, allora vuol dire che non sei vicino abbastanza” – Robert Capa
Prima di mostrarvi le mie foto, vorrei condividere un pò di riflessioni in merito a quello che ho visto…
Durante la corsa, ho visto tanti fotografi professionisti, inviati da giornali, tv e siti nazionali in azione ed una cosa che mi ha particolarmente colpito è stato:
non vedere nessuno di loro sporcarsi ed entrare nel cuore della scena, tranne uno solo, folle, con la macchina fotografica completamente impolverata e macchiata dai colori: io. E ne sono orgoglioso.
Ognuno è libero di fare il fotografo come meglio crede, ovvio, ma vedo troppi fotografi che osservano (anche male) e non raccontano. Troppi fotografi comodi e pigri. Ma vedere quelle macchine fotografiche completamente incelofanate, protette, snaturate e vederli poi fotografare ai margini della zona “sporca”, perfettini e puliti, beh, mi ha fatto ridere un pò. Come forse loro ridevano o so scandalizzavano di me, sicuramente.
Secondo me, il fotografo “reporter” deve entrare nel centro della scena, non può fotografare stando ai margini. Il fotografo deve toccare con mano quello che accade, sentirlo sulla propria pelle.
Non si può raccontare una storia standosene comodamente dietro la finestra ad osservarla passivemente.
A maggior ragione, in una situazione così dinamica e movimentata, bisogna tuffarsi all’interno e viverla. É anche più divertente.
Ma cosí poi roviniamo la macchina fotografica!?
No, cosí siete schiavi della vostra macchina fotografica. È lo strumento che deve adattarsi a voi, non il contrario. E la macchina non si rovina, se rispettate piccoli accorgimenti, tipo non cambiare la lente mentre si è immersi in una nuvola di polvere.
Le mie macchine e lenti tornano stanche, sporche e piene di segni alla fine di ogni mio viaggio o reportage. Le stresso, come è giusto che sia.
Non sono cimeli da tenere immacolati dentro una teca, sottovuoto, puliti e perfetti. No. Devono vivere e ammaccarsi, portare i segni di mille viaggi e custodire ricordi di storie indimenticabili.
Perciò, cari amici fotografi e appassionati, per raccontare una storia, lasciate a casa kit di pulizia, pompette e protezioni ed entrateci dentro, sporcate voi e la vostra attezzatura, respirate il momento.
Anche le vostre foto probabilmente saranno più sporche, ma di sicuro più vive ed emozionanti.
Le mie 25 foto della Color Run
Per questo reportage ho utilizzato la Canon 5D mk III con la lente zoom EOS EF 24-70mm f2.8 mkII. Ho scelto questa lente perchè mi permetteva molta più flessibilità e versatilità in una situazione in cui sapevo gia di non poter cambiare lente durante il servizio.
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E a voi quale foto di questa serie piace di più? Mi piacerebbe leggere le vostre impressioni e critiche.
Grazie per la lettura e alla prossima,
Sabino